La mia prima esperienza sulle vette Alpine si realizza grazie all’evento organizzato dal CAI di Castrovillari a Cervinia che offre un programma molto vario per accogliere e riunire tutti i soci in occasione del suo ventennale. Il gruppo è eterogeneo sia per provenienza, infatti hanno partecipato membri delle sezioni di Catanzaro, Gioia del Colle, Castellamare di Stabia e Messina estendendoci oltre i confini della nostra regione; ma anche perché racchiude veterani delle Alpi, chi come me vuole provare a scalare il suo primo 4.000 e chi invece inaugura le sue prime esperienze di trekking nella Valle d’Aosta. Il successo e la riuscita del viaggio stanno proprio nell’aver offerto varie possibilità per favorire la partecipazione di tutti all’insegna di un’associazione che unisce e favorisce la cultura e l’interesse della montagna. Partiamo entusiasti il 13 Luglio, fermandoci per raccogliere i membri delle altre sezioni lungo la risalita della nostra penisola fino a Cervinia, in cui giungiamo il giorno seguente. Per chi come me non è mai stato in questo luogo, la prima sensazione è quella di trovarsi immersi in un mondo magico, distante della realtà a cui siamo abituati; circondati da cime altissime innevate, cascate dirompenti che alimentano i corsi d’acqua nella vallata e casette in legno adornati da odoriferi e coloratissimi fiori. La prima tappa ci porta al Lago Blu chiamato così per le sfumature di blu, azzurro e turchese che presenta e diventato famoso poiché è possibile vedere riflesso, nelle acque del lago, il Cervino. Ognuno di noi si accinge a esplorare minuziosamente ogni angolo di questa località montana, divenuta famosa per aver accolto gli alpinisti nella fine dell’Ottocento che tentavano di conquistare la Vetta del Monte Cervino dal versante Italiano tra cui i due “amici rivali” l’inglese Whymper che scalò per primo il Cervino dal versante svizzero e l’italiano Carrel. I più impazienti s’inerpicano già su i primi sentieri per vedere più da vicino le cascate che sovrastano la vallata. Si conclude il nostro primo giorno con una gustosa cena in cui esprimiamo le nostre emozioni per ciò che abbiamo esplorato, le nostre ansie e timori per l’ascesa che ci attende al Breithorn e ci dilettiamo con scambi di motti scherzosi e della buona musica. La nostra avventura continua… un gruppo di noi si prepara a salire con la funivia al rifugio delle Guide del Cervino a 3480 m per acclimatarsi; non favoriti dalla fortuna poiché il tempo era cupo e la nebbia sovrana. Come ben sappiamo in montagna il meteo cambia velocemente e bisogna essere pronti a tutto anche a rinunciare; e ciò lo sanno bene coloro che avrebbero dovuto scalare il monte Castore 4.228 m ma consigliati dalle guide esperte hanno dovuto abbandonare questa meta e dirigersi con gli altri del gruppo alpinistico verso il Breithorn il giorno seguente. La notte in rifugio è coinvolgente, diventiamo un tutt’uno con quell’ambiente innevato, maestoso e freddo all’esterno ma caldo, amichevole e intimo all’interno delle mura o meglio le travi di legno. Ci svegliamo quasi tutti molto presto, non potevamo perderci l’alba ed entusiasti ci prepariamo psicologicamente e fisicamente, attrezzandoci del necessario per la salita sul ghiacciaio. Formiamo varie cordate capitanate dalle guide alpine e ci incamminiamo; la prima parte si sviluppa lungo le piste e gli impianti di sci. Arrivati al colle del Breithorn passo dopo passo pieghiamo a sinistra, la salita diventa sempre più difficile, si sale di quota, la cresta si restringe ma il nostro spirito non demorde e si continua con un passo lento e regolare. Il clima è magnifico, l’azzurro inteso del cielo contrasta con il bianco candido della neve, le guide illustrano le cime che si mostrano a noi tra cui il supremo Cervino, il Lyskamm, la Dufour e il Weisshorn; durante il cammino le guide comunicano informazioni tecniche su come procedere e come utilizzare al meglio l’attrezzatura usando bene i ramponi sul ghiaccio oltre a quelle naturalistiche sulla formazione dei crepacci che incontriamo lungo il percorso. Ecco ci siamo, abbiamo raggiunto la vetta del Breithorn occidentale 4165 m, giusto il tempo di qualche foto e si riscende a causa del freddo e forte vento; alcuni di noi procedono scendendo dal lato opposto lungo la cresta est raggiungendo il colletto sottostante per poi risalire per la cresta ovest conquistando anche la cima del Breithorn centrale 4159 m. Esperienza surreale per chi è alle prime esperienza, imbattersi in queste creste; si riscende senza perdere la concentrazione e procedendo con cautela. Ci ritroviamo al rifugio del Cervino da cui si erano diramate le cordate, inevitabile la foto di gruppo simbolo della nostra impresa. Intanto il gruppo escursionistico, che il lunedì aveva già compiuto una escursione sulle alture di Cervinia con la Guida naturalistica Angelo Vallet, si è diretto verso il rifugio Duca degli Abruzzi salendo alle Croce Carrel posta in ricordo del primo alpinista che ha scalato il Cervino dalla via Italiana, il già citato Jean Antonie Carrel. Queste passeggiate hanno permesso di ampliare la conoscenza naturalistica sul territorio valdostano, particolarmente interessante è stato scoprire la storia di alcuni fiori che dominano i sentieri come il pan marmotta chiamato così poiché è la leccornia preferita delle marmotte e il fiore degli amanti regalato agli innamorati con una fisiologia singolare, infatti dopo essere stato raccolto resiste pochissimo nelle mani dell’uomo. Sorprendete è stato incontrare gli stambecchi e le piccole marmotte uscite dal letargo invernale. Il nostro viaggio giunge al termine velocemente, forse perché “time flies when you’re having fun”; tutti abbiamo imparato qualcosa di nuovo su questo territorio, superato i nostri limiti, entrando in contatto con la natura ma al tempo stesso scoprendo parti intime di noi stessi che hanno fatto emergere nuovi sentimenti ed emozioni. Dopo il brindisi finale per il successo dell’evento l’indomani siamo pronti a ripartire, con amarezza lasciamo questo posto per ritornare alla nostra quotidianità arricchiti emotivamente e culturalmente perché, si sa, chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita.
La Presidente, Carla Primavera, dichiarandosi soddisfatta e felice per la riuscita dell’esperienza ha sottolineato come, anche grazie alla notevole partecipazione di soci, si è rafforzato lo spirito associativo e di gruppo, fondamentale per un giovane sodalizio come il nostro, che ha visto operare per il raggiungimento dello stesso obiettivo veterani, che con la loro esperienza hanno dispensato suggerimenti importanti, neofiti e un gruppo di giovani che con la loro spensieratezza, esuberanza, forza, attenzione e concentrazione sono riusciti a portare a termine con grande soddisfazione la loro prima impresa su un 4000 delle Alpi. Bravi davvero. Un CAI Castrovillari che ha dimostrato di contraddistinguersi ancora una volta nel panorama regionale per le sue proposte organizzative di alto spessore dedicate esclusivamente a tutti soci e orgoglioso e felice di queste nuove generazioni che hanno partecipato con la certezza che esse riusciranno a garantire il futuro del Club Alpino Italiano ma innanzitutto della Sezione di Castrovillari. Per guardare tutte le foto clicca qui.
Buona montagna a tutti e appuntamento all’anno prossimo con un altro 4000.
Barbara Cersosimo – CAI Castrovillari