Centocinque chilometri di sentieri sono pronti per essere percorsi in tranquillità e sicurezza nel Parco. Questo è il risultato del silenzioso lavoro che i volontari della sezione CAI di Castrovillari hanno svolto, in tutto il mese di luglio e in parte di agosto, per ripercorrere, rilevare e segnare con i caratteristici colori bianco/rossi i nostri sentieri.
Questa volta il restyling è toccato a tutte le tappe del Sentiero Italia che attraversano il nostro Parco e, in particolare, ai percorsi che portano su alcune delle sue vette più importanti, come il Cozzo Pellegrino. Ora, la segnaletica CAI è stata controllata e migliorata nel tratto che vada Colle Gaudolino fino al Passo dello Scalone.
Cinque tappe del Sentiero Italia, impegnative, straordinarie, che attraversano ambienti fiabeschi e unici nel loro genere. Infatti i camminatori che si cimenteranno su questi percorsi troveranno, perfino, una variante alla tappa che si sviluppa all’interno dell’alveo fluviale del fiume Esaro, poco dopo l’abitato di Sant’Agata d’Esaro.
Una bellissima forra, ricca di vegetazione sia forestale che di specie xerofile spettacolari da ammirare, fotografare (ma non da estirpare).
Questa tappa – da percorrere in assoluta tranquillità dopo essersi accertati sulle condizioni meteo – parte con un primo tratto tra orti, ovili antichi, stazzi e piccoli appezzamenti; segue una seconda parte sulla stradina di accesso alle briglie di contenimento delle piene entra nel vero e proprio letto dell’Esaro. Da qui si attraversa l’alveo fino alle sorgenti in località Renazzo, quindi si imbocca la stradina che porta verso la contrada Massapollo, nei pressi del Passo dello Scalone.
Anche questo tratto è interessante: testimone di un tempo passato in cui i contadini coltivavano questi piccoli appezzamenti di terreno sottraendoli al bosco e che ora sono in completo abbandono. Nel senso che la natura si è ripresa quello che gli era stato tolto in tanti anni.
Invece le tappe superiori del Sentiero Italia sono la quintessenza di quanto un’escursionista va cercando: grandi boschi, forti discese, ambienti selvaggi, silenzio, wilderness, cime portentose, grandi panorami che qui spaziano tra i due golfi e i due mari.
Tappe che attraversano paesi, santuari, camminano su antiche mulattiere segnate dai passi di tanti uomini e donne.
Racconta, uno dei nostri soci, che una di queste del Sentiero Italia è stata percorsa dalla madre in viaggio di nozze nel lontano 1945. Partendo da San Sosti andava a conoscere i genitori del marito che abitavano a San Severino Lucano. Ecco, proprio questo deve essere lo spirito dei camminatori sul Sentiero Italia, consapevoli di come tali mulattiere siano testimoni di storia e storie, abbiano visto passare viaggiatori di ogni genere, briganti e principi, pastori e commercianti, scienziati e ricercatori, ladri e grassatori.Oggi sono nuove vie che costituiscono le arterie del nostro Parco pronte a dare linfa a tutti gli escursionisti “assetati” di informazioni, di conoscenza e animati dallo spirito del “lentopede”, senza velleità di battere alcun record di ascensione o di dislivello.
Camminare per conoscere: tale è il motto che deve caratterizzare chiunque frequenti le nostre montagne. Non c’è bisogno di correre, perché “chi corre non vede niente”, come dice un proverbio grecanico. E il correre non fa apprezzare questi spazi immersi nei boschi e nel suo silenzio. Faggi giganteschi, radure aperte, circondate da vegetazione rigogliosa di giovani piante spinte alla riconquista dello spazio aperto, dove non è difficile incontrare il lupo.
Infatti, ancora un nostro socio: “eravamo alla Capanna Aita, a Colle Gaudolino; nella notte erano caduti alcuni centimetri di neve e, all’improvviso, sentimmo l’ululato del lupo. Per niente intimoriti, uscimmo all’aperto e con meraviglia potemmo osservarne tre splendidi esemplari in fila indiana che inseguivano una traccia. È stata una bellissima immagine, una grande emozione vedere il re della montagna passare a pochi metri da noi. Abbiamo potuto fotografarli fino a quando hanno percepito la nostra presenza e si sono allontanati in gran fretta”.
Invece, Vincenzo, mentre camminavamo in direzione della Zoppatura ci fece segno di fare silenzio perché aveva avvistato, poco più avanti, un piccolo di capriolo che pascolava solitario. Semplicemente uno spettacolo unico: un cucciolo di capriolo che cercava un filo d’erba verde in una estate infuocata e asciutta come questa appena trascorsa.
Emanuele Pisarra
CAI Castrovillari