Che il Pollino avesse ormai un appeal particolare verso gli amanti delle esperienze montane è ormai chiaro a tutti. Spinti anche dalle nuove tendenze del turismo esperienziale che dopo il Covid hanno richiamato l’attenzione sui parchi naturali in particolare, l’area protetta più grande d’Italia a cavallo tra Calabria e Basilicata ha visto amplificare la sua capacità attrattiva nel segmento del turismo outdoor. Ma che addirittura Topolino lo scegliesse per una delle sue avventurose ricerche, questa forse nessuno l’aveva messo in conto.
Il fumetto più celebre di Walt Disney è partito addirittura dal Texas per mettersi sulle tracce di una chiave misteriosa, accompagnata da un rametto particolare (che poi si rivelerà essere quello di un Pino Loricato) ritrovata in una caffettiera appartenuta ad un vecchio parente di un suo amico dove è incisa una scritta “Serra Frida”. E’ il prologo della storia “Topolino e il segreto dei sassi” con i disegni di Giampaolo Soldati e il soggetto e la sceneggiatura di Francesco Artibani, che compare nel numero 3494 del fumetto in edicola dal 9 novembre scorso.
Topolino si renderà protagonista della ricerca di Zio Rocco, rapito in Italia a Sasso di Pietra che lo condurrà fin sul massiccio del Pollino passando per Matera, la città dei Sassi. Con il suo amico Rock partiranno per risolvere questo enigma del rapimento e degli indizi contenuti nella caffettiera e scopriranno ben presto che Serra frida è un’altura del massiccio del Pollino. Parte così una serie di tavole disegnate che accompagnano l’eroe Disney tra i pini loricati «specie unica al mondo» che viene descritta loro da Giuseppe Belmonte, una guida del parco che incontrano sulle alture dell’area protetta che trovano raffigurazione nelle pagine della storia.
Una bella promozione per l’area protetta che si trova ad accogliere Topolino tra faggi, castagni, abeti, aceri genziane ed orchidee, mentre il mistero si infittisce fino alla soluzione finale, prima però di far dire ai protagonisti delle tavole disegnate, che il Pollino è «il posto più bello del mondo». E se lo dice il topo più famoso della storia c’è da fidarsi.