Il 7 novembre 2022, alle ore 09.30 presso la sala congressi “G. Cosentino” della Banca di Credito Cooperativo di Cittanova, verranno presentati i risultati della prima fase del progetto “Qanat calabresi. Risorsa per il futuro e modello educativo per giovani aquilotti”.
Finanziato con fondi del Club Alpino Italiano, ha visto partecipare un’equipe coordinata dall’AE Marco Brunetti e composta dall’archeologo prof. Francesco Cuteri, dall’ingegnere speleologo Luigi Manna, dal vice presidente regionale del CNSAS geologo Pierpaolo Pasqua e dai volontari delle strutture periferiche del CAI.
A lato dell’equipe, tramite un modello didattico basato sul “role playing”, è stato affiancato un team di alunne e alunni al III anno dell’IIS V. Gerace Liceo Classico e Artistico di Cittanova.
I Comuni di Anoia (RC) e Zungri (VV), gestori dei beni archeologici indagati, sono stati cofinanziatori del progetto, insieme al Dip. di Reggio Calabria dell’ARPA, che si occupa delle analisi delle acque.
L’idea progettuale ha come finalità generale quella di avviare un censimento ed un’analisi archeologico-tecnica e laboratoriale dei sistemi di captazione acque, assimilabili al modello “Qanat” e presenti nell’areale aspromontano e delle Serre Calabresi.
Obiettivo cardine sarà quello di restituire al paesaggio il valore chiave di queste opere, per reinserirle di diritto nel piano eco-sostenibile di rivitalizzazione delle Terre Alte. I Qanat sono sistemi di captazione molto studiati in Medioriente, in quanto costituiscono fin da epoca protostorica uno dei metodi privilegiati per la captazione e la distribuzione di acqua potabile in aree semidesertiche. In questi sistemi, l’acqua è convogliata tramite gallerie
ipogee orizzontali a lieve pendenza che, intercettando diverse microfalde nel sottosuolo e raccogliendo le acque meteoriche per stillicidio, dirigono il liquido prima in una o più vasche di decantazione e infine nell’abbeveratoio/fontana terminale.
Come risultati concreti, raggiungibili nell’arco di ogni singolo anno, il piano mira a:
> ripristinare l’accessibilità ai Qanat e rendere fruibili le aree in cui sorgono;
> rilevare topograficamente le gallerie ipogee e accatastarle;
>analizzare chimicamente e microbiologicamente le acque captate;
> ottenere uno studio archeologico comparativo dei sistemi indagati
Un ulteriore esito pratico, che vedrà la luce il terzo anno di studio, consiste nel
> ricostruire tramite analisi delle fonti un quadro storico comune;
> redigere una pubblicazione scientifico-divulgativa che contenga una sezione storico archeologica,
una geo-speleologica ed una laboratoriale circa la qualità delle acque;
> produrre un cortometraggio di “pronto soccorso culturale” con le riprese delle fasi salienti e le interviste ai ricercatori;
> adoperare la metodologia usata per la ricerca per validare un modulo formativo base di educazione civica rivolto al mondo scolastico.